La cedolare secca continua a crescere in Italia grazie a risparmio fiscale e semplicità gestionale. Record di entrate nel 2024 e adesione forte tra contribuenti con redditi medio-bassi.
La cedolare secca continua a conquistare consensi tra i proprietari immobiliari italiani, confermandosi come una delle soluzioni fiscali più amate. I dati relativi alle dichiarazioni 2024 (anno d’imposta 2023) parlano chiaro: oltre 3,7 miliardi di euro di imposta dichiarata, con un incremento vicino al 9% rispetto all’anno precedente.
Un vero e proprio record, trainato soprattutto dall’aliquota ridotta al 10%, applicabile ai contratti a canone concordato. Questa “flat tax” sugli affitti, introdotta per semplificare la tassazione dei redditi da locazione, si è ormai affermata come uno strumento vantaggioso, tanto dal punto di vista fiscale quanto da quello amministrativo.
I numeri del 2024: boom per l’aliquota al 10% e imponibile record
Nel 2024 la cedolare secca ha raggiunto risultati mai visti prima, consolidando il suo ruolo centrale nella tassazione dei redditi da locazione. Il totale dell’imponibile dichiarato è salito a 21,1 miliardi di euro, con un incremento del 7,7% rispetto al 2022, a conferma di una tendenza ormai strutturale. Di questo totale, 13,7 miliardi sono stati tassati con l’aliquota del 21%, mentre 7,4 miliardi sono rientrati nell’aliquota agevolata del 10%, dedicata ai contratti a canone concordato.
È proprio quest’ultima opzione ad aver mostrato la dinamica più vivace, con una crescita di quasi 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Un dato che evidenzia come i proprietari siano sempre più attratti da una tassazione più vantaggiosa, soprattutto in contesti urbani dove il canone concordato è favorito da normative locali e da accordi territoriali.
Il trend riflette anche una maggiore consapevolezza fiscale da parte dei contribuenti, che oggi valutano con maggiore attenzione l’impatto delle diverse scelte tributarie sul proprio bilancio familiare.
Va inoltre considerato il contesto normativo: il canone concordato, spesso favorito da comuni ad alta tensione abitativa, consente di unire vantaggi fiscali a una maggiore stabilità del rapporto locativo. Non a caso, la crescita dell’aliquota al 10% è particolarmente marcata nelle regioni dove i contratti agevolati sono più diffusi grazie alla collaborazione tra enti locali e associazioni di categoria.
Risparmio fiscale e semplificazione: i veri punti di forza della cedolare secca
Uno dei motivi principali per cui la cedolare secca continua a essere preferita riguarda il suo impatto diretto sulla tassazione complessiva. Scegliendo questa opzione, il contribuente evita il pagamento dell’Irpef ordinaria, delle addizionali comunali e regionali, nonché dell’imposta di registro e di bollo.
Il risultato è un regime fiscale non solo più vantaggioso, ma anche estremamente più semplice da gestire.
FONTE: https://www.edilizia.com/tasse-e-imposte/la-cedolare-secca-continua-a-crescere-ecco-perche-convince-sempre-piu-italiani/